Il TAR Lazio ha definitivamente accolto il ricorso proposto avverso gli esiti del concorso ordinario per l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, bandito con D.D. n. 1330 del 4 agosto 2023 dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Con il ricorso introduttivo si censuravano, in particolare, i quesiti n. 15 e n. 26, entrambi viziati da errori tali da compromettere la correttezza e l’imparzialità della selezione.
Il primo presentava più risposte tra loro plausibili e, come accertato in giudizio, almeno due opzioni oggettivamente corrette; il secondo, invece, era caratterizzato da una formulazione ambigua e scientificamente errata, contenente più risposte esatte rispetto a quella individuata come corretta dal Ministero. Le due censure, esaminate congiuntamente, evidenziavano una più ampia illegittimità della procedura, derivante dall’assenza di adeguati controlli di validazione e dalla violazione dell’art. 8, comma 2, del bando, che imponeva che ciascun quesito consistesse in una domanda con una sola risposta esatta.
A seguito della verificazione disposta dal TAR, il consulente tecnico accertava che il quesito n. 26 conteneva almeno due risposte scientificamente corrette e che la risposta inizialmente ritenuta esatta dall’Amministrazione era invece non corretta.
Tale circostanza determinava un evidente paradosso valutativo: i candidati che avevano selezionato la risposta errata ricevevano due punti aggiuntivi, mentre chi aveva indicato una delle risposte corrette rimaneva penalizzato.
Il Ministero interveniva successivamente, in data 12 marzo 2024, modificando in via unilaterale il punteggio di alcuni candidati, senza pubblicare alcun atto ufficiale e senza procedere ad una nuova validazione del quesito.
Il TAR Lazio con sentenza del 10 novembre 2025, ha accolto definitivamente il ricorso, riconoscendo la fondatezza delle doglianze relative alla erronea formulazione dei quesiti e alla conseguente violazione dei principi di parità di trattamento e trasparenza.
“Una decisione che ribadisce l’importanza del rispetto delle regole di imparzialità e correttezza nelle procedure concorsuali pubbliche” commenta l’Avv. Michele Bonetti che ha patrocinato la causa insieme all’Avv. Santi Delia. “Il MIM non è nuovo a tali problematiche nei quesiti che sono inaccettabili, specie quando sono tali da alterare l’esito di una procedura concorsuale da cui dipende l’immissione in ruolo del candidato”.
