È stata emessa in questi giorni la sentenza del Consiglio di Stato che ha permesso l’ammissione al corso di medicina generale di una ricorrente esclusa dalla graduatoria a causa di una risposta valutata come errata, che poi si è rivelata invece corretta.
Alla candidata infatti, erano stati dati 0 punti nonostante avesse indicato correttamente la risposta. Il quiz somministrato nel test del 2016 chiedeva di “individuare la terapia più utile per valutare la risposta alla terapia antivirale per l’epatite cronica da HCV”), scegliendo tra “viremia quantitativa”, come ritenuto dalla ricorrente, o “viremia qualitativa”, come sostenuto dall’Amministrazione.
Quanto accaduto pregiudicava notevolmente il punteggio e, nondimeno, la posizione in graduatoria della ricorrente, che si ritrovava fra i non ammessi pur avendo risposto correttamente alla domanda. Secondo il TAR Lazio, a cui gli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia si erano rivolti, la domanda non presentava alcuna criticità e le difese della stessa Commissione ministeriale che aveva redatto il quesito erano sufficienti a giustificare l’esclusione dal corso.
Nonostante, dunque, Ministero avesse negato la valutazione erronea del quesito, il Consiglio di Stato ha voluto vederci chiaro nominando un super perito, un docente ordinario di Microbiologia dell’Università di Roma La Sapienza.
Ebbene proprio tale soggetto super partes, ha chiarito la non qualificabilità come errata della risposta data dalla ricorrente e conseguentemente la spettanza, alla stessa, di un punto e non 0 punti.
Il Consiglio di Stato, dunque, condividendo la posizione del super perito, ha totalmente accolto l’appello proposto dagli Avv. Bonetti e Delia, con conseguente ammissione al corso di medicina generale con annessa borsa di studio.
“Non ritengiamo concepibile”, commentano gli Avvocati Bonetti e Delia, “che il futuro di studio o lavorativo di un cittadino debba essere deciso da un quiz erroneamente formulato senza che nessuno si curi di capire neanche perchè.
La ragione, invero, è sin troppo semplice e, chi scrive, l’ha denunciata ormai 11 anni fa. All’esito del test di ammissione nazionale a Medicina, la lotteria dei quiz impazzì sfornando una batteria con 8 errori poi conclamati da T.A.R. e Consiglio di Stato.
Perchè? Semplicissimo. Chi ha fatto quei quiz è lo stesso soggetto che li validati. Li aveva, in altre parole, formulati e poi ha, esso stesso, confermato che fossero corretti e validi ai fini di quella selezione.
Una contraddizione, in termini.
In quella tipologia di test, da allora, si avviò una procedura di validazione successiva alla formulazione che, certamente, fece diminuire il numero degli errori senza tuttavia eliminarla del tutto.
Lo stesso Ministero, il T.A.R. o il Consiglio di Stato, difatti, trovarono errori nei test degli anni successivi, sino a quello del T.F.A. con 23 quiz su 60 errati.
“La mancata validazione dei test a quiz, effettuata nei paesi anglosassoni ogni qualvolta debba essere espletata una simile prova, è una delle maggiori lacune presenti in tutte le procedure concorsuali attivate dalla Pubblica Amministrazione e che da anni contestiamo nei nostri giudizi al Tar giacché impedisce la selezione dei migliori. È fondamentale, anche in ragione del fatto che in questi anni si tornerà ad assumere massicciamente con tali procedure concorsuali, che l’amministrazione riveda immediatamente queste banche dati e il sistema di selezione perché profondamente lacunoso”.
“Si tratta di una pronuncia fondamentale e che conferma il nostro duro lavoro sul tema dei concorsi pubblici e sulle loro evidenti lacune” commentano così gli Avv. Bonetti e Delia.
Un’ altra conquista portata a termine su Medicina Generale, argomento che già li ha visti protagonisti di altre vittorie sul quale non era mai esistito un contenzioso prima d’ora.